Motori

Miura IL CAPOLAVORO DI LAMBORGHINI

Nel mondo dell’automobilismo ci sono vetture che hanno segnato per sempre le sorti di un marchio. Per Lamborghini, un’azienda il cui business principale prima di inserirsi nel mondo delle automobili era quello di produrre trattori, l’auto della svolta possiede un nome divenuto oramai leggenda: Miura.

Correva l’anno 1966 quando al Salone di Ginevra veniva presentata un’automobile che ridefinì completamente il concetto di ‘supercar’. Le sue linee così sinuose e slanciate fecero subito apparire fuori moda ogni altra vettura al di fuori di essa e il nome Lamborghini, fino ad allora quasi sconosciuto, iniziò a divenire popolare in tutto il mondo.

La Miura fu opera di un giovane e talentoso designer di nome Marcello Gandini, all’epoca da poco assunto dalla rinomata carrozzeria torinese Bertone.  

Il nome che le fu dato prese spunto da un celebre allevamento spagnolo di tori da corrida. Di fatto fu la prima a inaugurare la tradizione che, da quel momento in poi, diede a ciascuna vettura prodotta da Lamborghini un nome legato al mondo della tauromachia (il fondatore non solo era un amante di questi animali ma ne condivideva anche il medesimo segno zodiacale).

La prima versione montava un motore V12 da 3,9 litri in grado di erogare 350 cavalli. Più tardi vennero però presentati altri due modelli: la Miura S e la Miura SV con una potenza rispettiva di 370 e 385 cavalli e diverse modifiche che ne migliorarono le prestazioni e il comportamento su strada.

Oggi la Miura non è soltanto una tra le automobili più ambite dai collezionisti di tutto il mondo, ma viene inoltre considerata come una tra le più belle vetture mai prodotte nella storia dell’automobilismo.

All’interno della galleria fotografica la splendida Miura SV apparsa per la prima volta al Salone di Ginevra del 1971 e restaurata di recente dal centro Polo Storico di Lamborghini.

Sant'Agata Bolognese, Ottobre 2016