Arti Visive

Elliott Erwitt GLI SCATTI DELLA COMMEDIA UMANA

Quale deve essere l’attributo di una grande fotografia? Sicuramente non vi è una sola risposta a questa domanda e probabilmente nella maggior parte delle volte quest’ultima risulterà soggettiva, ma una cosa è certa, dietro a una grande foto deve esserci sempre una grande storia da raccontare.

Per Elliot Erwitt, uno tra i più celebri maestri esistenti nel mondo della fotografia, la storia da raccontare si è sicuramente trasformata in una tra le più curiose e affascinanti di sempre: l’ironia e la complessità della ‘commedia umana’.

Erwitt nasce nel 1928 a Parigi trascorrendo l’infanzia prima in Italia e poi negli Stati Uniti. E sarà proprio a Hollywood che, lavorando presso un laboratorio di fotografia come addetto alla camera oscura, nascerà la passione della sua vita;  una passione che verrà coltivata studiando prima fotografia al Los Angeles City College e poi cinema alla New School for Social Research di New York.

Alla fine della Seconda guerra mondiale, servendo l’esercito statunitense in qualità di fotografo militare, viaggia tra la Germania e la Francia realizzando diversi reportage; ma è al suo rientro a New York che conoscendo Edward Steichen, Robert Capa e Roy Stryker, si creano gli incontri decisivi per la sua carriera.

In poco tempo i suoi lavori vengono ampiamente riconosciuti e nel 1953 entra a fare parte della prestigiosa agenzia Magnum Photos nella quale, qualche anno più tardi, ne ricoprirà la carica di presidente.

Da allora Erwitt svolgerà numerosi servizi per l’agenzia, occupandosi sia di attualità che di campagne pubblicitarie per rinomate aziende, durante le quali però, non scorderà mai di portarsi dietro la sua fedele Leica M3. E sarà proprio con quest’ultima che scatterà nei momenti liberi (e rigorosamente in bianco e nero) alcune tra le immagini più celebri nella storia della fotografia.

Con uno sguardo al confine tra il fotoreporter e l’artista, Erwitt si è contraddistinto durante tutta la sua carriera per avere rappresentato i forti contrasti sociali, spesso portati al paradosso e le grandi assurdità presenti nel quotidiano. E il tutto attraverso uno spiccato e profondo senso dell’ironia.

I cani diverranno per Erwitt un soggetto piuttosto importante e che meglio rappresenta il suo concetto di ‘commedia umana’, sostenendo che il loro irriverente e disinvolto atteggiamento servisse da perfetto bilanciere al pomposo e inamidato contegno dei loro padroni.

Passeranno alla storia anche alcuni suoi scatti di puro fotogiornalismo partendo dalla foto di Jacqueline Kennedy al funerale del marito e arrivando a quella di Nixon che punta il dito sul petto di Nikita Khrushchev, divenuta più tardi, uno dei simboli della Guerra fredda.

Prossimo al compimento del novantesimo compleanno, Elliott Erwitt mantiene attiva la sua carriera di fotografo. Ovviamente anche la sua aggraziata e inimitabile ironia è sempre al suo fianco.

Le immagini all’interno della galleria fotografica sono state concesse direttamente dall’autore. Elliott Erwitt è rappresentato dallo studio Sudest57.

New York, Febbraio 2018